8.8.19

Valentino Haute Couture inverno 19/20: la sfilata



Me ne rendo conto, sono un po' in ritardo (apriamo con un leggero eufemismo valà): il periodo della Haute Couture è passato da un pezzo e si sta già attendendo con ansia le prossime sfilate per la p/e 2020. Diciamo che una certa tesi di laurea (questa sconosciuta) si è frapposta impertinentemente tra me e le scorse sfilate, e quindi mi ritrovo a fare ammenda alle mie lacune soltanto ora. 
La prima sfilata che ho guardato è stata proprio quella di Valentino: pura casualità in quanto era tra i primi risultati della mia ricerca YT, ma si è rivelata un'ottimo inizio. Ecco qua le mie impressioni a riguardo. 


Prima di tutto vi lascio qualche informazione di contorno che agevoli la lettura (se anche voi, come me, siete stati un po' distratti dalla vita in questo periodo).

  • La sfilata si è tenuta il 3 luglio passato, esattamente all'Hôtel Salomon de Rothschild, 3900 metri quadrati¹ di incanto nel cuore di Parigi: le modelle hanno camminato all'interno di un bellissimo doppio ambiente in stile classicista costituito da serra e palazzo interno. Rifatevi gli occhi.

Risultati immagini per Hôtel Salomon paris


  • Il designer Pierpaolo Piccioli ha creato la collezione (ben 71 pezzi) basandosi sulla dialettica individualità-uguaglianza, sintetizzata dalla sua frase "L’individualità è un valore da promuovere e proteggere. Ogni essere umano è diverso dall'altro, ma siamo tutti uguali". L’estro creativo è indubbiamente un modo per differenziarsi dagli altri, ma nella diversità c'è sempre un trait d’unionSi parla di "opulenza della diversità" e di "stravaganza come individualità nella sua forma più pura".² 
  • Per sostenere questa idea Piccioli ha chiamato a sfilare modelle di razze diverse, ma anche età: hanno fatto la comparsa in passerella pure nomi celebri come Lauren Hutton (75) e Cecilia Chancellor (52). 
  • Rimanendo in tema di individualismo ed inclusione, Piccioli si è presentato a fine sfilata insieme al suo gruppo di sarte e sarti, proprio a sottolineare l'importanza nella moda (e a maggior ragione nella Haute Couture, in cui tutto è su misura e fatto a mano) della craftmanship e del sapere collettivo. (Nella foto qui sotto vedete Piccioli stringere affettuosamente la Hutton, di cui adoro i guanti Valentino, attorniato da modelle e sarte. Non so voi, ma a me questo scatto ricorda per il senso di famiglia, italianità, allegria, le campagne pubblicitarie Dolce e Gabbana).


Veniamo finalmente al clou:

Ho apprezzato molto i colori e gli abbinamenti contrastanti. Posso proprio dire che la palette cromatica era impeccabile, molto elegante e raffinata, frizzante e giovanile, piena di colori brillanti (cosa buona e giusta per una collezione autunno-inverno che evita di cadere nella banalità delle palette scure). La varietà delle stoffe, rigide e scultoree e morbide e cadenti, ha creato un gioco di volumi eccezionale. Buona anche la "pulizia" di diversi look, che definirei addirittura architettonici, in cui a parlare erano solo il colore, il taglio e la stoffa (come quelli qui sotto).


I copricapi stile azteco e quelli "pelosi" sono stati un tocco estroso, non male, ma neanche i miei preferiti. Ma si sa, alla creatività della Haute Couture va fatta qualche concessione. Mi è piaciuta invece l'aria da geisha di alcuni look, in particolare quello rosso indossato da Cecilia Chancellor, e le stampe floreali orientaleggianti (ancora, cosa insolita vedere fiori per l'a/i, anche se i copricapi mi ricordano molto la scorsa sfilata moschino p/e 18).

Mi è sembrato un po' troppo sforzato portare in passerella anche dei leopardati e dei glitter (il troppo stroppia), e l'apparizione continua di fiocchi monumentali mi è sembrata un po’ troppo sfruttata come idea (vedi il famoso abito "Paris Rose" di Ysl, 1983), ma come si nota anche da altre passerelle (tra cui Ysl stesso) il fioccone è un leitmotif per questo a/i, quindi rassegnamoci. Ho apprezzato, invece, il fiocco alla caviglia dei sandali indossati dalle modelle in sfilata: mi è sembrato il modo giusto per fare l'upgrade ad un modello altrimenti visto e rivisto, in modo femminile e civettuolo.


Riassumendo:

Ho amato particolarmente questa collezione per l'originalità nella scelta dei colori e delle stampe rispetto ai soliti e noiosi colori cupi delle collezioni a/i, per la palette vibrante e perfettamente contrastante, per i magnifici volumi scultorei ispirati al Manierismo italiano di Rosso Fiorentino, per le stoffe più leggere e svolazzanti e ultra femminili.

Non ho apprezzato i fiocchi giganti agli scolli e sul retro di molti abiti, troppo visto; i copricapi in 'pelo' un po' troppo stile lo-yeti-a-Cortina, ma posso passarlo sotto la scusa della scenografia propria della h.c.; i glitter e il leopardato, di troppo a parer mio in una sfilata già intensa e ricca.

In definitiva il mio modesto giudizio sulla collezione è decisamente positivo. Ho l'impressione che con le ultime collezioni (tra cui come non citare la scorsa p/e 19) lo stile Valentino si stia rinnovando in meglio, e  che stia abbandonando quegli stilemi classici e un po' pedanti che lo caratterizzavano fino a qualche anno fa.

Qual è il vostro look preferito?

Credits e Note:


4 commenti:

  1. Concordo con te; nonostante rimanga una delle griffes più eleganti, quei 'dejà vu' che hai elencato alla fine sono... in più!!!
    Simona

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  2. Anonimo8.8.19

    Bel post. Guarderò la sfilata... coi fiocchi!
    Violamammola

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  3. Anonimo19.8.19

    Post frizzante davvero! Ma io adoro il pelo!!!
    Serena

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  4. Anonimo12.9.19

    Perché non scrivi qualcosa sugli stilisti emergenti? Anne Vavasour, per esempio....
    Roby

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